Italia: un terzo della spesa in vacanza è per la tavola
La secolare tradizione gastronomica del territorio italiano è una delle principali attrattive per il turismo nazionale e internazionale
Il territorio italiano comprende: 60mila aziende agricole biologiche, 292 specialità Dop/Igp registrate a livello comunitario, 22 mila agriturismi, 10 mila agricoltori in vendita diretta e svariate iniziative di valorizzazione alimentare quali sagre e strade del vino. Tutti queste strutture e organizzazioni, sommate alla secolare tradizione enogastronomica e al patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate di generazione in generazione, fanno si che l’Italia possa mantenere la sua posizione di leader nei confronti del turismo enogastronomico.
Anche le statistiche fanno emergere come la produzione gastronomica italiana sia estremamente apprezzata, sia presso il turismo internazionale che presso quello nazionale, infatti le spese per il cibo occupano il primo posto tra le voci del budget speso durante le vacanze in Italia.
Il fatturato turistico complessivo annuale è pari a 75 miliardi, di cui 26 miliardi sono spesi in bevande e soprattutto cibo: 12 miliardi sono per l’acquisto di alimenti nei negozi o nei mercati, finalizzati al consumo domestico; mentre 14 miliardi di euro sono per i pasti consumati fuori casa.
Le scelte predilette per consumare i pasti fuori casa sono: pizzerie, ristoranti, agriturismi e trattorie, ma anche il cibo di strada o le specialità enogastronomiche.
Cogefim riporta quanto emerso dall’analisi effettuata da Coldiretti/Ixe, i cui dati evidenziano come 2 stranieri su 3 individuino nella cultura e nel cibo le principali motivazioni di un viaggio in Italia e come per il 54% degli italiani una vacanza nella penisola si può considerare di successo se presenta la combinazione cibo, ambiente e cultura.